Crackdown, cinque anni dopo

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In questi ultimi giorni mi sono dedicato a Crackdown (scaricato gratis grazie al programma Games With Gold di Microsoft), dopo averlo peraltro già portato a termine nel lontano 2008. All’epoca si trattava di uno dei primi titoli a cui giocai per Xbox 360 e ricordo che lo recensii ai tempi di Sky dandogli almeno 8 come votazione e a cui Metacritic ha dato un 83%.

Il gioco a distanza di anni è abbastanza divertente e saltare da un palazzo all’altro regala ancora soddisfazioni, così come le sparatorie, rese impegnative da alcuni respawn infiniti dei nemici che obbligano a specifiche strategie piuttosto che eliminarli singolarmente, attendendo la ricarica dell’energia. In certe missioni ad esempio è consigliabile fregarsene dei nemici nei vari piani e salire fino ad arrivare dove si trovano i boss, visto che lì il respawn è assente. A proposito dei boss, devo dire che sono tra i più facili che mi siano capitati mai in tanti anni di videogames, visto che una volta fatte fuori le guardie del corpo, bastano pochi secondi per mandarli all’altro mondo nella maniera che più si preferisce, ovvero con gli esplosivi, i proiettili o semplicemente pestandoli. Le sezioni di guida sono piacevoli solo se fatte con i veicoli giusti, visto che in caso contrario risultano davvero troppo impegnative. Parlando della trama, di fatto questa è assente e in men che non si dica, ci si ritrova scaraventati in una metropoli traboccante di nemici, organizzati in tre bande a cui corrispondono altrettante bande. Certamente si può decidere di lanciarsi subito verso nemici e bande al di sopra delle proprie possibilità, ma in questo caso nonostante le proprie abilità videoludiche, i nemici sono troppo numerosi e troppo ben armati per non rimandarci all’ultimo punto di respawn. L’approccio alla Rambo a volte è possibile, ma non sempre, visto che dalla seconda area in poi, i nemici sono dotati di lanciarazzi capaci di colpirci anche al volo, uccidendoci, paralizzandoci per qualche istante o farci cadere dal decimillesimo piano del grattacielo in cui ci trova.

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Rispetto a 5 anni fa, non posso non notare tutti i difetti del gioco, come gl’interni decisamente spogli e una certa ripetitività di fondo, ma tutto sommato Crackdown si lascia giocare anche per il piacere di potenziare il proprio alter ego digitale e completare qualche bella sfida, come quella di scalare la Torre dell’Agenzia e poi lanciarsi sull’acqua. Tecnicamente non mi sento di rimproverare nulla, visto che la grafica è funzionale al sito e che tutto funziona come si deve, con nessun tempo morto e di caricamento passando da una zona all’altra. Appena possibile voglio anche giocarmelo un pò online in coop, visto che adesso dispongo di tutto il necessario per farlo e che in questo periodo sono presenti molti più giocatori. Tra le altre cose per quanto abbia snobbato il secondo episodio, mi è venuta voglia di giocarmelo, visto il finale (un pò senza senso) del primo capitolo.

Il mio consiglio per chi non lo ha mai giocato è dunque quello di provarlo senza alcuna remora e di dedicarsi anche alla modalità online.